nel meno spesso vive il di più.

venerdì 23 ottobre 2009

My Name is Palmiro, il nuovo libro di Sauro Ciantini.


Uso le parole di Andrea Martini per incominciare:
“E’ nato (e lo si capiva da una piccola stella cometa apparsa in un angolino del cielo) il nuovo libro di Palmiro, l’anatroccolo piccolo brutto e nere, l’idolo delle fidanzate lontane, colui che sulla proprio pelle aveva sperimentato ben dieci anni prima di roba come “Sex and the city”, la mutazione che stava avvenendo nel genere femminile. Non in tutte le donne, ovviamente, ma in quella specie o categoria denominata nelle strisce di Palmiro come: “fidanzata lontana”. E una “fidanzata lontana” non è detto che debba necessariamente abitare lontano, oltre l’orizzonte. Ma non voglio annoiare nessuno perché come diceva Eugenio Bennato: “sono solo canzonette” e le strisce, e l’umorismo in genere, non si spiega, come non si toccano con le dita le ali di una farfalla (ma sarà vero che toccando loro le ali, poi, non riescono più a volare?)”.
E adesso rubo le parole a un altro che si chiama Max Olla:
“Questa non è una raccolta di strisce. È un libro che possiede un’anima, è un percorso, una storia raccontata. Qualcosa di più di uno dei soliti raccoglitori che punteggiano la carriera di un autore di fumetti. Potremmo definirlo un prequel, adottando il linguaggio della cinema. Quello che c’era prima di Palmiro, la nascita e l’affermarsi della sua autonomia come personaggio, alla quale Sauro Ciantini, dovrà arrendersi. Il papero si aggira nella sua vita, per casa, nei ricordi dei lettori, fa capolino sulla sua spalla.”.
(Il resto lo trovate nella prefazione del libro).

Ma ora tocca a me:

Per quanto possa sembrare strano, erano due anni che stavo aspettando un perché per realizzare questo libro insieme a Palmiro. A volte sono trascorsi secoli senza che ne sia apparso uno all’orizzonte e allora conviene far finta di nulla, fischiettare, evitando di rodersi il fegato e farsi il sangue cattivo, ma senza abbassare la guardia. Senza mai smettere di disegnare per tener calda la mano e il cervello, e svegli i pennarelli.
Uno butta ogni tanto un occhio fuori dalla finestra, poi, siccome non vede Grandi Novità al cancello di casa, ritorna giù a riprenderselo (scusate la battuta da varietà ma non ho resistito!) e si rimette a scarabocchiare.
Vigile. Perché quando scocca l’ora “X”, senza che ve ne sia una ragione apparente, il vento entra dalla finestra e comincia subito a sollevarvi in aria, e tutto sembra che stia per succedere e in pochissimi minuti! E se uno non è pronto, se si era adagiato troppo sul divano buono di casa, indolente o depresso, rischia di perdere quel treno che magari ripasserà l’anno successivo o molti anni dopo. Quando avrete tutti i pennarelli ormai demotivati e secchi.
La mattina che ho sentito scattare l’ora “X”, quando ogni cosa ha cominciato a legarsi a un’altra e il caso sembra che si diverta a darti segni chiari e inequivocabili, la strada è diventata in discesa e fare un nuovo libro di Palmiro mi è sembrata la cosa più facile del mondo.
Se dovessi definirlo in due parole, direi che è semplicemente un libro che racconta la nascita e la vita di un personaggio. In questo caso di un anatroccolo piccolo brutto e nero. Il racconto di un bel viaggio iniziato molti anni fa. Ormai circa 17. Quasi una vita.
Per chi già lo conosce e lo ama, e ne leggeva di nascosto le strisce sui banchi di scuola, sarà come riguardare un vecchio album di foto, ma senza nessuna nostalgia, scoprendo tante cose nuove su di lui. Chi invece non lo conosce ancora, avrà la possibilità di scoprirlo in una prima selezione di strisce fondamentali. Insieme a cose nuove, schizzi, disegni, e chiacchiere su come nascono le cose.
Come ho letto non ricordo più dove: “se torno indietro è solo per prendere la rincorsa”.
Infatti tante cose nuove all'orizzonte.

2 commenti:

  1. che bello che bello che bello!

    E' già uscito?
    Dove lo trovo?

    Il Palmiro equo e solidale è ormai in cucina a tenermi compagnia ogni giorno, questo Palmiro lo esigo nella mia biblioteca.

    Grande ;)

    In bocca al lupo...

    Riciard

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