nel meno spesso vive il di più.

lunedì 30 giugno 2008

Palmiro on the web!



Per colpa di questi due tipi qui, infidi e simpatici come il Gatto e la Volpe!, ho dovuto disotterrare il baule di Palmiro, rispolverare i 789.000 disegni di questa piccola caccola nera, e riaffrontare il passato. Che non è mai una cosa facile.

Nietzsche affermava che “ogni artista non ha a disposizione soltanto la propria intelligenza, ma anche quella dei suoi amici”. Quindi: Speriamo bene e buona lettura.

http://blogcomicstrip.blogspot.com/

lunedì 19 maggio 2008

La seconda presentazione fiorentina di StRRRippit! è avvenuta! Nella bella libreria La cité di Firenze, dove leggere, bere, parlare, ascoltare e suonare, sembra la cosa più naturale del mondo!
La presentazione anche questa volta è stata molto piacevole e ricca di colpi di scena, specie quando Silvana (il nostro amato Editore), si è tolta gli stivaloni in pelle, -quelli col tacco stratosferico e gli speroni d'argento (per conficcarli nel cuore dei vampiri)-, e, scalza, si è seduta dietro la batteria e ha improvvisato un "a solo" di ben 23 minuti degno dei migliori gruppi degli anni '70! Sulle note di un "Tutti morimmo a stento" dell'eterno De André rivisitato in stile Hardcore. Un'autentica figata. A quel punto il Gab si è tolto la camicia "alla Scarface" e, a torso nudo e collanina girocollo in legno di tek, ha fatto anche lui il suo "a solo" con il pennarello nero superdotato che si porta sempre dietro. Insomma: come sempre, peccato per chi non c'era! Specialmente alle 1 di notte, dopo una cena uscita pari pari da un film tra Fellini e Alvaro Vitali, alias Pierino, quando Lido Contemori, -stordito dai crostini e dalla finocchiona-, in attesa dell'1A, si è impennato in un incredibile monologo di antropologia culturale con venature socio-storico-politiche e filosofiche, davanti alla chiesa di Santa Maria Novella, sul perchè l'Italia sia quel che sia.Il giorno dopo io e Max Olla, ancora storditi, ci siamo persi (veramente!) per le montagne del Casentino in cerca di un eremita nomato Giuseppe Scapigliati, che vive nudo e scalzo, in una grotta, mangiando strisce originale di Krazy Kat.Con lui abbiamo visitato il bel Museo della Striscia di Poppi. Fatto così bene che sembra stato fatto oltralpe!
Poppi come la nuova Angoulême Casentinese?

giovedì 17 aprile 2008

Oggi guardando nello scatolone in cantina, ho ritrovato questo disegno che risale al 473 a.C., è del vecchio Diario Scolastico di Palmiro. Mi ha fatto piacere rivederlo, abbiamo parlato dei vecchi tempi, stappato una bottiglia di Tamarindo, e il tipo con la motosega in mano mi ha chiesto l'e-mail dell'Editrice gRRRzetic, perchè vorrebbe tanto lavorare per lei. Io sono subito rabbrividito perchè se questo avverrà, poi sarà costretto a vagare per tutte le librerie come una Zombie, senza pace, tra cene fredde, spifferi d'aria, sedie scomode, e alberghi di periferia. Insomma: una vitaccia. Mi domando: perchè non mettersi a fare il falegname? Si diventa famosi anche facendo i falegnami. Guarda Geppetto o il babbo di Gesù bambino.
Nessuno vuol più fare l'artigiano! Tutti a disegnare strisce umoristiche!

martedì 11 marzo 2008

La presentazione è finalmente avvenuta!
Bella libreria, tanta gente interessante, soprattutto: giovani, artisti, tanti tanti giornalisti, e Operatori Culturali. La folla, insomma, delle Grandi Occasioni. Alla faccia di chi asserisce, in malafede, che il fumetto sia un genere sul viale del tramonto e che i disegnatori vaghino come Pinocchio, per i vicoli in cerca di torsoli di mela. Invece il fumetto sta bene, è vivo, e lotta insieme a noi!
Una serata scoppiettante: si è discusso, si è disegnato, si è riso, richiamando molti spettatori occasionali della libreria Meelbookstore. Credo che in pochissimi minuti siano andate via qualcosa come 270 copie del libro, tutte disegnate e autografate, dagli autori presenti. Con il loro pennerello migliore. Quello col naso lucido.
Luca Boschi ha brevemente illustrato la storia della striscia, Max Olla (fratello del più famoso Bruce Olla, alias Bruce Willis) ha parlato degli autori presenti nella pubblicazione con grande entusismo e amore sconfinato per questo genere: la striscia umoristica. Malgrado il volo transoceanico che lo aveva portato in mattinata, da Los Angeles, a Firenze.
L'Editrice Grrretic ha parlato brevemente del perché abbia sentito l'esigenza di abbandonare i suoi corpi squartati, i graffi, i volti urlanti ma con la bocca cucita col fil di ferro, per planare in questa oasi fatta di umorismo, cuoricini, scheletrini, paperelli, retini elettronici, e tratteggi al pennarello come nelle strisce buone di una volta.
Ha detto: "Non sono molto abituata ai libri di successo e quindi, credo che me ne ritornerò presto a produrre piccole cose, con esseri ciechi, meglio se di sesso femminile, che vagano urlando disperate in notti buie ed assassine..."
La platea ha riso, divertita, applaudendo. Dopo una pausa a base di grandi fette d'anguria, chinotto, e bigné al cioccolato, è toccato agli autori di disegnare e parlare del loro lavoro.
Peccato per chi non è potuto venire.
Un bacio a tutti.

giovedì 6 marzo 2008

Siccome alcuni giovani malfidati hanno messo in dubbio le mie parole, ecco una vecchia foto a testimonianza del primo pagamento ricevuto nel 1993, per le prime 65 strisce di "C'era una volta un anatroccolo piccolo brutto e nero". Con queste due povere acciughine non ci ho pagato l'affitto, non ci ho pagato acqua luce e gas, non ci ho fatto il pieno all'auto, e nemmeno mi ci sono comprato una bella fetta di mortadella col pistacchio della quale vado ghiotto, ma la vita del disegnatore di fumetti è così. Prendere o lasciare. E per questo poi uno lascia. Ovvio che in Francia, o sul pianeta Papalla, mi avrebbero pagato con un intero barattolo pieno di acciughe! E magari di quelle avviluppate attorno ad un pezzetto di pomodoro. In olio di oliva.

giovedì 28 febbraio 2008

Mi hanno subito scritto una e-mail dicendomi: "Ma tu che ne sai delle sofferenze di noi giovani autori emergenti? ". Allora io, mi metto in gioco. Questa è una foto di quando disegnavo notte e giorno, giorno e notte, per produrre pagine e pagine di fumetti, in preda all'ormone giovanile. Spesso tutta roba mai pubblicata. Poi, la sera, per pagarmi i pennarelli e la carta, indossavo quella camicia a righe e andavo a tagliare la legna nel Winsconsy. Sembravano tempi felici: i peli nascevano come tralci di vite, tutti facevano finta di non sapere che in Campania sotterrassero camion e camion di rifiuti tossici, e le bufale si ammalavano convinte che fosse semplice influenza. In quel tempo gli editori per due acciughe sott'olio ti stampavano un libretto che non avresti mai saputo quanto vendeva, e che davi alla mamma per far vedere quanto eri bravo. Lei, - se eri così fortunato di avere una mamma -, alzava le sopracciglia pronunciando dei: mah, dei: bah, dei: boh. Poi ti diceva: "Metti via che adesso sta per arrivare papà incazzato come una scimmia..."
Il libro che non c'è ma che invece dovrebbe esserci, se il mondo non fosse quello che è, ed io avessi voglia di farlo.
Perchè sarebbe bene, prima di fare la punta alle matite, svegliare i pennarelli, disporre i colori acrilici sul tavolo da disegno insieme agli acquerelli, mettere l'acqua in due bicchieri, gli stracci, la gomma, la candeggina diluita per cancellare le bischerate, e trovare la stazione radio giusta, pensare bene a quello che si sta fecendo.
Chiedersi cose semplici come: ma con questa bella giornata di sole che sembra proprio primavera, davvero non ho nulla di meglio da fare?
Oppure: davvero il mondo sta aspettando questo libro? Non è che poi mi frega e preferisce mettersi comodo sul divano ed accendere la televisione su quel canale dove si vedono solo "quelli di colore" che fanno: quelli di colore, circondati da cose orribili pagate miliardi, e culone tozze e mezzenane che fanno le culone che ti dondolano quelle loro poppe dure come palloni da basket?
Il mondo, specie se gli si da spago, e se gli parte l'ormone, starebbe su quel divano per giorni e giorni...
Ovvio che sarebbe un libro nato più dall'amore che dall'odio. Come un genitore che dia un bel calcio nel culo al proprio figlio, uguale in tutto a lui, sputato.